IL CONTRIBUTO DELL’ OSTEOPATIA NEL TRATTAMENTO DI MALOCCLUSIONE E “DISORDINI TEMPORO-MANDIBOLARI”

Scritto il 13 Ottobre 2016 nella Categoria osteopatia

Con il termine “disordini temporo-mandibolari” si fa a riferimento ad una serie di problematiche cliniche che coinvolgono tessuti e strutture dell’ articolazione temporomandibolare (capsula, disco e superficie articolare, legamenti, muscolatura masticatoria). La sintomatologia può includere click mandibolari, restrizioni meccaniche (quali limitata capacità di apertura della bocca o deviazioni della mandibola), cefalee, cervicalgia o rigidità muscolare. Per “malocclusione” s’ intende invece un disallineamento dei denti o la scorretta relazione fra denti ed arcate dentali, condizione che spesso e volentieri predispone l’ insorgenza di disfunzioni temporo-mandibolari. Le linee guida diramate dalla “American Academy of Oro-facial Pain” stimano che il 33% della popolazione riporti come minimo un sintomo di disordini temporo-mandibolari. Le cause includono molteplici fattori. Micro o macrotraumi, anomalie di dischi o superfici articolari, abitudini dannose (bruxismo), ansia, stress o, appunto, malocclusione. L’ articolazione temporo-mandibolare crea delle connessioni muscolari e legamentose con la colonna cervicale, formando un complesso funzionale chiamato “sistema cranio-cervicomandibolare”. Diversi autori hanno studiato le correlazioni che intercorrono fra la posizione della lingua, la deglutizione e l’ equilibrio mandibolare, con gli effetti negativi che queste dinamiche possono determinare sulla postura del corpo, le tensioni muscolari e l’ occlusione stessa. Allo stesso modo si è largamente discusso dell’ influenza del parto sulla conformazione del cranio nel neonato e la relativa incidenza di malocclusioni. Sato e Delaire, noti odontoiatri e ricercatori, riportano ad esempio che la posizione di mascella e mandibola sia determinata dall’ equilibrio fra la muscolatura cervicale e il peso del cranio, e che un’ anomala posizione dello sfenoide (osso della base cranica) determini lo sviluppo della malocclusione dentale di II classe. La necessità di una collaborazione interdisciplinare fra osteopati e dentisti viene spesso citata nella letteratura odontoiatrica. Collaborazione oggi divenuta molto stretta in caso di disordini temporo-mandibolari. Allo stesso modo, la letteratura osteopatica menziona spesso la necessità di trattare i casi di malocclusione. Negli Stati Uniti diverse associazioni odontoiatriche sostengono da decenni l’ importanza della terapia fisica (fra cui quella manipolativa) nella riduzione del dolore muscolo-scheletrico, dell’ infiammazione e nel ripristino della fisiologica funzionalità mandibolare. In particolare, gli studi che hanno analizzato gli effetti dell’ Osteopatia in questo contesto, rivelano un’ efficacia maggiore di questo approccio, nell’ indurre cambiamenti alle dinamiche stomatognatiche, rispetto ai soli trattamenti conservativi per i disturbi temporo-mandibolari. Uno degli scopi principali del trattamento Osteopatico sta nel ridurre le tensioni a riposo di muscoli, fasce e legamenti, incrementando la funzionalità della muscolatura masticatoria e, soprattutto, migliorando la propriocezione articolare (capacità di percepire lo stato di contrazione dei muscoli e la posizione del corpo nello spazio). Recenti studi sembrano infatti confermare quanto emerso da decenni di evidenze cliniche riguardo il ruolo dell’ articolazione temporo-mandibolare sul controllo di propriocezione e postura dell’ intero corpo, tramite l’ integrazione con i centri tronco-encefalici che presiedono alla coordinazione e all’ equilibrio. Ragione per cui i disordini temporo-mandibolari possono riflettere o generare non soltanto disturbi locali, ma anche problematiche sottostanti in regioni più remote, quali dolori alla colonna, asimmetrie posturali o mal di testa.

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