Intolleranze Alimentari
Può succedere, a volte, che anche in un soggetto sano si manifestino sintomi
vaghi ed aspecifici, come la cattiva digestione, l’iperacidità’, il reflusso,
l’eccessivo gonfiore addominale, i crampi addominali, il meteorismo continuo,
la diarrea o la stitichezza, la ritenzione idrica, le infezioni fungine
persistenti (come la candida, ad es), il sovrappeso persistente nonostante una
corretta alimentazione, oppure l’emicrania ricorrente, la nausea, i dolori
articolari o ossei, o addirittura proctite, emorroidi, dolore e prurito anale,
fino ad arrivare anche alla depressione, all’ansia, l’insonnia, gli attacchi di
panico, le forme di dermatiti aspecifiche, le sindromi da malassorbimento
(inspiegabile deperimento fisico) e questo solo per citarne una piccola parte.
Se vi sembra di soffrire di sintomi vaghi ed aspecifici e, nonostante tutti i
check-Up medici accurati, non vi è’ stata diagnosticata alcuna patologia,
allora, probabilmente, soffrite di una intolleranza alimentare.
L’ intolleranza alimentare e’, volendo dare una definizione, una
infiammazione nell’organismo che coinvolge in particolare l’intestino, e che
determina una modificazione nella composizione della flora batterica
intestinale. Generalmente, questo stato infiammatorio e’ attribuibile alla
avversione transitoria del nostro organismo verso alcuni alimenti di uso
quotidiano, il cui consumo determina accumulo delle sostanze tossiche in essi
presenti.
Questa ultima affermazione può risultare paradossale…in effetti tutti gli
alimenti pur nel loro stato naturale, presentano una potenziale tossicità –
sebbene molto bassa – che l’organismo nelle condizioni di massima funzionalità’
degli organi, e’ sempre in grado di neutralizzare mediante particolari e
precisi sistemi enzimatici. A volte, per stress, per carenze nutrizionali
specifiche, per uso di farmaci, per patologie, o molto semplicemente per abuso
di alcuni alimenti, questi sistemi enzimatici perdono la loro efficacia,
determinando accumulo di tossine e, conseguentemente, l’infiammazione
nell’organismo.
Occorre fare pero’ alcune precisazioni.
Innanzitutto, le intolleranze alimentari, a differenza delle allergie, sono
dei fenomeni transitori, purché adeguatamente riconosciute e trattate mediante
una dieta di esclusione. Ciò e’ vero ad eccezione di quelle forme che sono
chiamate impropriamente “intolleranze” ma che in realtà sono dei deficit
enzimatici veri e propri, geneticamente determinati e che sono quindi
ereditabili, come la CELIACHIA e la INTOLLERANZA AL LATTOSIO, di cui
approfondiremo in un articolo a parte.
Inoltre, le “intolleranze alimentari” non sono, a tutt’oggi, ancora
riconosciute dalla medicina tradizionale, e cio’ nonostante le numerose
evidenze scientifiche nel settore che dimostrano come, intolleranze alimentari
ben diagnosticate e trattate, determinano un netto miglioramento dei sintomi e
spesso la loro completa scomparsa.
Infine, sottolineiamo che la sensibilità verso un alimento determina
sensibilità anche verso altri alimenti appartenenti allo stesso gruppo:
esistono cioè “gruppi alimentari” di alimenti diversi contenenti sostanze
simili (evidenziati in letteratura) e che devono essere comunque esclusi
dall’alimentazione per il periodo di tempo previsto. Quindi diventa
particolarmente difficile realizzare una corretta dieta di esclusione se non si
possiede una specifica preparazione; inoltre molte sostanze sono presenti come
ingredienti nascosti in alimenti di uso comune, pertanto il consiglio e’ di
rivolgersi sempre ad uno specialista.
Ma come si diagnosticano le intolleranze alimentari? Esistono moltissimi
test, ma i più accreditati in termini di efficacia, sono il TEST intolleranze alimentari e il VEGA TEST, entrambi offerti dal nostro centro il test di intolleranze alimentari e’ un test che viene eseguito sul prelievo venoso.
E’un test che valuta l’intolleranza verso 90 alimenti e fornisce una guida personalizzata per orientare la dieta quotidiana.
Il VEGATEST e’ invece un test eseguito in presenza del paziente, durante la
visita. Si tratta in questo caso di un test bioelettrico, ove è’ di
fondamentale importanza la bravura dell’operatore: mediante un apparecchio
digitale e due manipoli, l’operatore stimola i punti dell’agopuntura sulle dita
del paziente. Un segnale acustico evidenzia il tipo di segnale bioelettrico che
viene generato, e ne consegue la lettura di una eventuale intolleranza.